Curiosità

Dimmi che scarpa porti, e ti dirò chi sei!

Nel suo Fatal Vision, l’autore Joe Mcginniss ha donato alle scarpe un ruolo importante, molto importante!

“Al capitano Jeffrey McDonald, medico del corpo dei berrette verdi, è stato comunicato di essere sospettato dell’omicidio della moglie e dei figli. L’esercito gli ha assegnato come difensore un avvocato militare. Nel frattempo però la madre di McDonald ha affidato a Bernard Segal, un principe del foro di Philadelfia, l’incarico di difendere il figlio.

Quando Segal telefona a McDonald a Fort Bragg per presentarsi, la sua prima domanda riguarda l’avvocato militare:

“Le sue scarpe sono lucide?”

“Cosa?”. McDonald sembrava incredulo. Era li, praticamente accusato di aver ammazzato moglie e figli, e alla prima conversazione con l’avvocato di Philadelphia che avrebbe dovuto sistemare tutto, questi si metteva a parlare delle scarpe dell’altro avvocato.

Segal ripeté la domanda. “E questa volta”, disse più tardi, “potevo quasi sentire Jeff sorridere per telefono. Fu allora che capii di avere a che fare con un cliente non solo molto intelligente, ma che capiva le cose al volo. Disse che no, in effetti, le scarpe dell’avvocato erano piuttosto trascurate. Io gli dissi: ‘Bene, in questo caso si fidi di lui. Collabori con lui fino al mio arrivo’. ”

Vedete, il motivo era semplice: se un avvocato militare ha sempre le scarpe lucide, significa che il suo principale problema è di fare bella figura di fronte al sistema. E se esso si preoccupa di fare bella figura di fronte al sistema in quella situazione (cioè quando il sistema stesso, aveva già dichiarato, con l’annuncio pubblico del sospetto, il proprio preciso interesse a che il suo cliente venisse condannato) non sarebbe stato di grande aiuto per Jeff. Le scarpe non lucide, invece, portavano a pensare che si trattava di una persona più preoccupata di svolgere al meglio il proprio ruolo piuttosto che apparire dinnanzi al sistema”.

A favore di questa “teoria” abbiamo Robert H. Frank, autore del volume “Microeconomia”,  il quale afferma che le scarpe dell’avvocato non erano ovviamente un indicatore perfetto delle sue priorità di valori ma tuttavia, fornivano almeno una ragione per sperare che egli fosse solo un lacchè dell’esercito. Questo non significa che non ci siamo bravi avvocati vestiti egregiemente, infatti Frank afferma anche che qualsiasi avvocato che porti scarpe sciatte al solo scopo di dare l’impressione di non voler farsi stradea per mezzo del proprio aspetto non farà carriera comunque.

Frank considera questa storia un classico esempio del “principio della non convenienza a simulare”: è sconsigliabile sforzarsi di apparire quello che in realtà non siamo, perché rischiamo di danneggiare la nostra credibilità.

A ragione di questa storia e delle affermazioni di Robert Frank, cosa ne pensate?

Le scarpe dicono chi siamo.. o no?!