C’è molta più Salmonella nel pollo di quanto si possa immaginare: un test ha portato all’emergere di statistiche per niente rassicuranti.
Salmonella nel pollo, la questione della sicurezza alimentare ha guadagnato crescente attenzione in Europa, in particolare per quanto riguarda il consumo della carne di pollo. Recenti indagini condotte in Francia hanno messo in luce dati preoccupanti sulla contaminazione di questo alimento da parte di patogeni come Salmonella, Campylobacter e Clostridioides difficile. Sebbene si registri un lieve calo delle contaminazioni, la situazione rimane allarmante, soprattutto se si confrontano i dati con quelli provenienti dall’Italia.

In Francia già da qualche anno è cominciato un costante monitoraggio sulla carne di pollo, esaminando vari tagli, sia con pelle che senza. I risultati hanno rivelato che il 0,9% dei campioni analizzati era positivo per Salmonella, mentre il tasso di contaminazione da Campylobacter ha raggiunto un preoccupante 49,2%. Anche il Clostridioides difficile ha mostrato una presenza nel 0,9% dei campioni, con una maggiore incidenza riscontrata nei prodotti con pelle.
Salmonella nel pollo, ci vorrebbero norme più severe
Agenti nocivi come il Campylobacter hanno mostrato una predisposizione legata alla stagionalità. Nel senso che tale batterio si manifesta con una frequenza di gran lunga maggiore nei mesi centrali dell’anno, quando fa più caldo. Mentre tende a diminuire nei mesi invernali. In particolare, il 28% delle cotolette e il 31% delle cosce analizzate presentavano livelli di contaminazione inferiori a 10 unità formanti colonia per grammo (CFU/g). Tuttavia, alcuni campioni hanno superato la soglia critica di 1.000 CFU/g, sottolineando l’importanza di una vigilanza costante.
A livello europeo, è interessante notare che attualmente non esistono limiti specifici per la presenza di Campylobacter o Clostridioides difficile nella carne di pollo fresca. Le normative vigenti si concentrano principalmente su due varianti di Salmonella, ma dal gennaio 2025 verranno introdotti nuovi criteri igienici per il Campylobacter. Nonostante tali iniziative, la contaminazione rimane una questione rilevante, con oltre 1.192 campioni positivi su 2.425 analizzati.

Se la Francia sembra mostrare segni di miglioramento, la situazione in Italia è decisamente più critica. Un’indagine condotta nel 2022 ha rivelato che quasi un terzo dei 24 campioni di carne di pollo fresca esaminati presentava Salmonella, con particolare attenzione al ceppo Salmonella infantis, noto per la sua resistenza agli antibiotici. In Italia, questo ceppo ha evidenziato una resistenza del 53% all’ampicillina, rispetto a una media europea del 17%.
Nomi importanti quelli che hanno avuto a che fare con questa situazione
Conad, Aia, Coop Origine, Esselunga, In’s e Carrefour sono tutti soggetti che hanno mostrato alcune situazioni dubbie di presenza della Salmonella nel pollo da essi messo in vendita. Ma la legislazione italiana non prevede il ritiro di carne fresca contaminata. Da noi basta apporre un semplice avviso sull’etichetta per stare al sicuro e garantire la messa in vendita di carne fresca di pollo.
Semplicemente questi bollini consigliano di consumare il prodotto solo dopo una cottura adeguata. Gli esperti ritengono questa misura insufficiente e chiedono interventi più incisivi per tutelare i consumatori. Per affrontare il rischio di contaminazioni, è fondamentale adottare pratiche di sicurezza in cucina.

Se non vuoi correre possibili pericoli, utilizza utensili e superfici separate per ogni alimento. Cuoci la carne a 70° come minimo, per almeno cinque minuti. E fai in modo di scegliere carne proveniente da allevamenti che rispettano elevati standard di biosicurezza, preferibilmente da filiere certificate. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e precauzioni adeguate sarà possibile garantire una maggiore sicurezza alimentare per tutti. Occhio intanto ad un richiamo alimentare recente che pure coinvolge soggetti grossi della Grande Distribuzione Organizzata in Italia.